Questa pagina è semplicemente un link ai miei post più vecchi, quelli che raccontano come mai sono in Germania.
Penso che a chi ha in mente di partire possa fare piacere leggere quello che hanno vissuto altri!
La scelta
Premessa: a Pisa nel mio corso di laurea erano richieste piu' di 1200 ore di laboratorio per poter scrivere la tesi e, come i biologi sanno, le ore in lab diventano sempre mooolte piu' del previsto.
Per laurearmi in pari (e col massimo) ho veramente fatto i salti mortali. Finiti gli esami avevo pensato di fare un tirocinio che mi promettesse qualche sbocco in Italia al di fuori dell'universita' perche' da quello che avevo visto durante il mio tirocinio di tesi triennale (bachelor, in linguaggio internazionale) il mondo universitario e della ricerca non faceva per me.
Ecco che inizio il mio tirocinio e mi viene proposto di andare un mese in Olanda. Chiaramente poi non ci vado grazie alla stupenda organizzazione che era dietro a questo progetto, però intanto mi si e' infilata la pulce nell'orecchio. Il colpo di grazia mi arriva quando dopo mesi di accanito stress alla mia prof riesco a farmi spedire a spese mie (però! Sono un mito!) in Grecia ad un corso di una settimana per studenti di dottorato. E' deciso! Voglio fare un dottorato!
Ecco che la mia prof, contenta di come lavoravo, mi inizia a promettere un posto (cosa che in Italia non e' nei suoi poteri, ma questo richiede un post a parte).
A luglio mi laureo, faccio delle megavacanze ( interrail in Germania) e a settembre torno a Pisa, dove mi viene detto che per il dottorato non c'e' possibilita', ma se voglio posso restare in lab per un tirocinio post-laurea. "NON DEVI PAGARE NULLA" mi viene detto. "E magari... chissa'... bisogna avere pazienza, ma tra 6 mesi forse.. una borsina di studio.."
Cioe', per stare 8 ore al giorno in lab a lavorare "non devo pagare nulla"?!?!?
In questa frase c'e' qualcosa di assurdo che pero' in Italia e' uso comune: il pensiero che te devi ringraziare chi ti fa lavorare, anche se ti sfrutta ingiustamente.
Nelle facolta' di biologia (nelle altre non ho esperienza diretta, quindi non ne parlo) ogni prof ha un suo "assistente" che e' uno che si e' ritrovato come me dopo la laurea con una mezza promessa e l'idea che un giorno la cattedra sarebbe stats sua ed ha accettato l'offerta.
Fingiamo di leggere un libro-game: scegli di restare nel lab dove hai fatto la tesi, per ora non pagato, ma con una vaga possibilita' di avere una borsa di studio?
SE LA RISPOSTA E' SI, LEGGI QUA:
continui il tuo lavoro per alcuni mesi gratis in lab.. e' come essere sempre all' universiita'. Finalmente arriva una borsa di studio per qualche mese. "Me la merito! Ora andra' tutto bene" assapori un po' di indipendenza economica dai genitori. Poi pero' torni di nuovo digiuno, ma ormai che fai? Lasci? Tra tesi e post laurea sono gia' 2 anni che in pratica dirigi quel lab, sicuramente tra poco ti stabilizzerai. Ed ecco che arriva un contrattino, ma dopo 6 mesi e' la solita storia. Solo che adesso c'e' il tuo lavoro degli ultimi 3 anni in gioco, ora hai investito un sacco in questa folle impresa, aspetti, anche se dovrai stare qualche mese senza stipendio...
E cosi' via, fino a che non sei totalmente in trappola. E mentre I tuoi colleghi all'estero hanno fatto PhD e post-doc, te hai lavorato quanto loro, ma non hai nessun titolo. Ora andare all'estero per te non e' piu' possibile per vari motivi:
1- nessuno ti assume per un dottorato in materie scientifiche dopo i 35 anni, e magari il post doc non puoi farlo perche' non hai il dottorato.
2- magari adesso hai famiglia, anche se sei sempre senza soldi.
A questo punto il prof che ti ha tenuto sotto la sua "ala protettrice" si sente in dovere di sistemarti perche' comunque vede il tuo sacrificio (alla fine parlo di brave persone) e cosi' se deve scegliere tra far fare il dottorato a un ragazzino di 23 anni appena laureato o a te che sei in quel lab da 10 anni, e' quasi obbligato a scegliere te, mandando via il "ragazzino" che avrebbe l'eta' giusta per un dottorato.
Ecco che con la tua scelta, non solo ti sei precluso un possibile arricchimento di carriera, ma hai anche involontariamente contribuito a perpetuare questo meccanismo malato che distrugge le università pubbliche e, ancora più importante, attenta alle vite di chi ci resta intrappolato.
Ecco perchè le università italiane adesso si reggono sul lavoro volontario! (sono stato esagerato? Ai posteri l'ardua sentenza).
SE RISPONDI NO ALLA DOMANDA:
Da qualche parte nel tuo computer c'era gia' il tuo curriculum in inglese, lo riprendi e lo invii ai primi 10 posti liberi che trovi su naturejobs. "Tanto mica rispondono davvero" pensi. E invece il giorno dopo hai gia' 10 risposte.
Allora ci pensi davvero, ne parli coi tuoi amici, ma non dici niente nel tuo lab perche' sicuramente ti ostacolerebbero. E decidi cosi' di cercare davvero un progetto che ti piace, fare domanda ed aspettare.
Ti richiamano. All'intervista telefonica sei piaciuto! Ti vogliono di persona per un colloquio! Non solo! Ti pagano viaggio e albergo! Ti senti anche importante! Ora devi dirlo al tuo prof di Pisa.. tanto piu' che tirare qualche urlo perche' lo "tradisci", cosa puo' fare?
Parti, fai un viaggio lungo pensando che quello potrebbe essere il prossimo posto in cui vivrai.
Fai la tua presentazione in inglese (oddio! All'universita' non ho mai dovuto fare presentazioni in inglese) davanti ai tuoi - forse - futuri colleghi.
"Ti piacerebbe lavorare qui?" Ti viene chiesto.
Il giorno dopo via di corsa per un altro colloquio. Di nuovo tutto in inglese, di nuovo ti chiedono cosa ne pensi, ti portano a cena fuori a spese loro, ti corteggiano in ogni modo!
Intorno a te per strada poi parlano in tedesco! Non capisci una parola e la cosa e' stancante. "Posso farcela a vivere in un posto dove non capisco la lingua?" Ti chiedi, anche se in realta' hai gia' deciso.
E quando torni a casa trovi nell'email 2 conferme! In tutti e due i posti dove hai fatto il colloquio sei stato preso! Devi addirittura scegliere!!!
Ed ecco che PARTI.
Questa seconda storia non arriva a raccontare cosa farai a 35 anni come la prima, perche' e' ancora in corso.
E questo libro-game e' stato il processo della mia scelta.
---------------------------------------------------------------------------------
Il viaggio: le 3 fasi
Nella partenza penso che ci siano delle fasi uguali per tutti ed altre vissute in maniera diversa da ognuno, ma pur sempre con delle cose in comune.
FASE 1 - "fare i bagagli"
C'è chi ci mette settimane e chi li fa in fretta. Io li ho fatti in un'ora il giorno prima di partire, che era anche domenica, così se mi mancava qualcosa ero sicuro di non poterla comprare! Tanto andavo in Germania, mica in mezzo agli utu e tuzzi!! :)
I miei bagagli consistevano in 1 valigia e 1 zaino.
E' strano pensare che tutto quello di cui abbiamo bisogno alla fine entra in così poco spazio! Mi ricordo che quando abbiamo traslocato con la mia famiglia avevamo una cosa come 80 scatoloni in 5!
Come dice una canzone di J-Ax
"..A un certo punto finita la festa Vedrai tutti andar via
Ti accorgerai che quel poco che resta ti basta
Ed ecco, quella sarà casa tua!"
FASE 2 - Il viaggio
In genere sono i genitori che ci accompagnano alla stazione/aeroporto/altro-posto perchè.. è normale così.
Il viaggio è quel momento più o meno lungo in cui hai davvero il tempo di pensare a quello che hai fatto fino a quel momento, ciò che stai facendo e a tutte le novità che ti aspettano con un misto di terrore ed attesa.
Più dura il viaggio, più i pensieri vagano.
FASE 3 - Terraaa!! Si sbarca!
Comune a tutti credo che in questa fase sia la costante sensazione di essersi persi!
La mia attuale università qui a Konstanz vanta di essere internazionale ed infatti ha predisposto un bel servizio di accoglienza per chi arriva: mandano a prenderti uno studente che ti da la cartina della città, ti fa vedere dov'è l'università, dove sono i vari posti di cui puoi avere bisogno, ecc. ecc.
Non c'è bisogno di dire che questo è un bel servizio, ti fa sentire accolto, e non costa niente, perchè è fatto gratuitamente da altri studenti che in cambio ottengono la possibilità di esercitare l'inglese.
Alla fine però ti ritrovi da solo e subito sei sommerso da una montagna di cose da fare! Registrati al comune, cerca casa, le bollette, attiva internet (!!!), fai la spesa, cucina... cosa serve per andare al primo giorno di lavoro domani? E in lab trovi tutti quelli che avevi già visto durante il colloquio (ma te ne ricordi solo metà) che sono gentilissimi e ti fanno vedere dove lavorerai, poi il tuo capo ti porta al tuo ufficio (O mio Dio!!! Una scrivania con un computer per me!!!!) dove ci sono una pila di fogli in tedesco che, ti viene detto, sono il tuo contratto di lavoro. Firmali, portali all'università... hai firmato cose senza sapere che c'era scritto? Non ti preoccupare, succederà ancora! :)
Tutto questo si svolgerà in inglese, ma, come se non fosse abbastanza difficile, la lingua locale ogni tanto spunterà fuori!
E in questo turbinio di cose finisce il primo giorno, dove sei stato sballottato a destra e a sinistra, non ci hai capito molto, ma la sera torni a casa sentendoti un eroe!! Ce l'ho fatta! Sapevo che avrei potuto farcela!!
E per festeggiare ti concedi una lauta cena.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Nel mio caso (e forse è anche il caso di qualcun altro) non avevo ancora casa quando sono arrivato e così per un periodo di tempo sono stato ospite di una struttura tipo collegio, dove non c'era la possibilità di cucinare.. però la cena me la sono concessa fuori il primo giorno! Pizza!! In quella che ora è la pizzeria da asporto a cui ci rivolgiamo abitualmente :)
Senza mentire, penso che sia utile sapere che il primo periodo presenta numerose difficoltà.
La lingua alla fine non è un problema, o meglio, l'inglese non è un problema! Per il tedesco ancora dopo un anno ho parecchie difficoltà! E tutti i documenti che arrivano sono in tedesco.
Ho scoperto che la burocrazia tedesca è lunga addirittura più di quella italiana!!!
Il problema principale per me è stato trovare casa!
In genere la scelta per uno studente di dottorato ricade su una casa condivisa (WG in tedesco - si legge ve-ghe), per 2 motivi:
- i soldi!! Una casa da solo (anche se un monolocale) costa veramente troppo.
- la compagnia: alla fine si sta meglio se tornando a casa si può chiacchierare con qualcuno (si impara anche più rapidamente la lingua!).
Comunque qui a Konstanz la situazione case è particolarmente difficile! Sarà perchè è una bella città, con un'università di qualità (parliamone un po' bene!), sarà anche perchè è piccola e quindi non offre molte case, ma il risultato è che a me ci sono voluti 3 MESI per trovare una casa! E di questi 3 mesi, uno l'ho passato in ostello!!
L'ostello di konstanz è una bellissima struttura, una torre di 8 piani... senza ascensore!!! http://konstanz.jugendherberge-bw.de/
Penso che a chi ha in mente di partire possa fare piacere leggere quello che hanno vissuto altri!
La scelta
Premessa: a Pisa nel mio corso di laurea erano richieste piu' di 1200 ore di laboratorio per poter scrivere la tesi e, come i biologi sanno, le ore in lab diventano sempre mooolte piu' del previsto.
Per laurearmi in pari (e col massimo) ho veramente fatto i salti mortali. Finiti gli esami avevo pensato di fare un tirocinio che mi promettesse qualche sbocco in Italia al di fuori dell'universita' perche' da quello che avevo visto durante il mio tirocinio di tesi triennale (bachelor, in linguaggio internazionale) il mondo universitario e della ricerca non faceva per me.
Ecco che inizio il mio tirocinio e mi viene proposto di andare un mese in Olanda. Chiaramente poi non ci vado grazie alla stupenda organizzazione che era dietro a questo progetto, però intanto mi si e' infilata la pulce nell'orecchio. Il colpo di grazia mi arriva quando dopo mesi di accanito stress alla mia prof riesco a farmi spedire a spese mie (però! Sono un mito!) in Grecia ad un corso di una settimana per studenti di dottorato. E' deciso! Voglio fare un dottorato!
Ecco che la mia prof, contenta di come lavoravo, mi inizia a promettere un posto (cosa che in Italia non e' nei suoi poteri, ma questo richiede un post a parte).
A luglio mi laureo, faccio delle megavacanze ( interrail in Germania) e a settembre torno a Pisa, dove mi viene detto che per il dottorato non c'e' possibilita', ma se voglio posso restare in lab per un tirocinio post-laurea. "NON DEVI PAGARE NULLA" mi viene detto. "E magari... chissa'... bisogna avere pazienza, ma tra 6 mesi forse.. una borsina di studio.."
Cioe', per stare 8 ore al giorno in lab a lavorare "non devo pagare nulla"?!?!?
In questa frase c'e' qualcosa di assurdo che pero' in Italia e' uso comune: il pensiero che te devi ringraziare chi ti fa lavorare, anche se ti sfrutta ingiustamente.
Nelle facolta' di biologia (nelle altre non ho esperienza diretta, quindi non ne parlo) ogni prof ha un suo "assistente" che e' uno che si e' ritrovato come me dopo la laurea con una mezza promessa e l'idea che un giorno la cattedra sarebbe stats sua ed ha accettato l'offerta.
Fingiamo di leggere un libro-game: scegli di restare nel lab dove hai fatto la tesi, per ora non pagato, ma con una vaga possibilita' di avere una borsa di studio?
SE LA RISPOSTA E' SI, LEGGI QUA:
continui il tuo lavoro per alcuni mesi gratis in lab.. e' come essere sempre all' universiita'. Finalmente arriva una borsa di studio per qualche mese. "Me la merito! Ora andra' tutto bene" assapori un po' di indipendenza economica dai genitori. Poi pero' torni di nuovo digiuno, ma ormai che fai? Lasci? Tra tesi e post laurea sono gia' 2 anni che in pratica dirigi quel lab, sicuramente tra poco ti stabilizzerai. Ed ecco che arriva un contrattino, ma dopo 6 mesi e' la solita storia. Solo che adesso c'e' il tuo lavoro degli ultimi 3 anni in gioco, ora hai investito un sacco in questa folle impresa, aspetti, anche se dovrai stare qualche mese senza stipendio...
E cosi' via, fino a che non sei totalmente in trappola. E mentre I tuoi colleghi all'estero hanno fatto PhD e post-doc, te hai lavorato quanto loro, ma non hai nessun titolo. Ora andare all'estero per te non e' piu' possibile per vari motivi:
1- nessuno ti assume per un dottorato in materie scientifiche dopo i 35 anni, e magari il post doc non puoi farlo perche' non hai il dottorato.
2- magari adesso hai famiglia, anche se sei sempre senza soldi.
A questo punto il prof che ti ha tenuto sotto la sua "ala protettrice" si sente in dovere di sistemarti perche' comunque vede il tuo sacrificio (alla fine parlo di brave persone) e cosi' se deve scegliere tra far fare il dottorato a un ragazzino di 23 anni appena laureato o a te che sei in quel lab da 10 anni, e' quasi obbligato a scegliere te, mandando via il "ragazzino" che avrebbe l'eta' giusta per un dottorato.
Ecco che con la tua scelta, non solo ti sei precluso un possibile arricchimento di carriera, ma hai anche involontariamente contribuito a perpetuare questo meccanismo malato che distrugge le università pubbliche e, ancora più importante, attenta alle vite di chi ci resta intrappolato.
Ecco perchè le università italiane adesso si reggono sul lavoro volontario! (sono stato esagerato? Ai posteri l'ardua sentenza).
SE RISPONDI NO ALLA DOMANDA:
Da qualche parte nel tuo computer c'era gia' il tuo curriculum in inglese, lo riprendi e lo invii ai primi 10 posti liberi che trovi su naturejobs. "Tanto mica rispondono davvero" pensi. E invece il giorno dopo hai gia' 10 risposte.
Allora ci pensi davvero, ne parli coi tuoi amici, ma non dici niente nel tuo lab perche' sicuramente ti ostacolerebbero. E decidi cosi' di cercare davvero un progetto che ti piace, fare domanda ed aspettare.
Ti richiamano. All'intervista telefonica sei piaciuto! Ti vogliono di persona per un colloquio! Non solo! Ti pagano viaggio e albergo! Ti senti anche importante! Ora devi dirlo al tuo prof di Pisa.. tanto piu' che tirare qualche urlo perche' lo "tradisci", cosa puo' fare?
Parti, fai un viaggio lungo pensando che quello potrebbe essere il prossimo posto in cui vivrai.
Fai la tua presentazione in inglese (oddio! All'universita' non ho mai dovuto fare presentazioni in inglese) davanti ai tuoi - forse - futuri colleghi.
"Ti piacerebbe lavorare qui?" Ti viene chiesto.
Il giorno dopo via di corsa per un altro colloquio. Di nuovo tutto in inglese, di nuovo ti chiedono cosa ne pensi, ti portano a cena fuori a spese loro, ti corteggiano in ogni modo!
Intorno a te per strada poi parlano in tedesco! Non capisci una parola e la cosa e' stancante. "Posso farcela a vivere in un posto dove non capisco la lingua?" Ti chiedi, anche se in realta' hai gia' deciso.
E quando torni a casa trovi nell'email 2 conferme! In tutti e due i posti dove hai fatto il colloquio sei stato preso! Devi addirittura scegliere!!!
Ed ecco che PARTI.
Questa seconda storia non arriva a raccontare cosa farai a 35 anni come la prima, perche' e' ancora in corso.
E questo libro-game e' stato il processo della mia scelta.
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Il viaggio: le 3 fasi
Nella partenza penso che ci siano delle fasi uguali per tutti ed altre vissute in maniera diversa da ognuno, ma pur sempre con delle cose in comune.
FASE 1 - "fare i bagagli"
C'è chi ci mette settimane e chi li fa in fretta. Io li ho fatti in un'ora il giorno prima di partire, che era anche domenica, così se mi mancava qualcosa ero sicuro di non poterla comprare! Tanto andavo in Germania, mica in mezzo agli utu e tuzzi!! :)
I miei bagagli consistevano in 1 valigia e 1 zaino.
E' strano pensare che tutto quello di cui abbiamo bisogno alla fine entra in così poco spazio! Mi ricordo che quando abbiamo traslocato con la mia famiglia avevamo una cosa come 80 scatoloni in 5!
Come dice una canzone di J-Ax
"..A un certo punto finita la festa Vedrai tutti andar via
Ti accorgerai che quel poco che resta ti basta
Ed ecco, quella sarà casa tua!"
FASE 2 - Il viaggio
In genere sono i genitori che ci accompagnano alla stazione/aeroporto/altro-posto perchè.. è normale così.
Il viaggio è quel momento più o meno lungo in cui hai davvero il tempo di pensare a quello che hai fatto fino a quel momento, ciò che stai facendo e a tutte le novità che ti aspettano con un misto di terrore ed attesa.
Più dura il viaggio, più i pensieri vagano.
FASE 3 - Terraaa!! Si sbarca!
Comune a tutti credo che in questa fase sia la costante sensazione di essersi persi!
La mia attuale università qui a Konstanz vanta di essere internazionale ed infatti ha predisposto un bel servizio di accoglienza per chi arriva: mandano a prenderti uno studente che ti da la cartina della città, ti fa vedere dov'è l'università, dove sono i vari posti di cui puoi avere bisogno, ecc. ecc.
Non c'è bisogno di dire che questo è un bel servizio, ti fa sentire accolto, e non costa niente, perchè è fatto gratuitamente da altri studenti che in cambio ottengono la possibilità di esercitare l'inglese.
Alla fine però ti ritrovi da solo e subito sei sommerso da una montagna di cose da fare! Registrati al comune, cerca casa, le bollette, attiva internet (!!!), fai la spesa, cucina... cosa serve per andare al primo giorno di lavoro domani? E in lab trovi tutti quelli che avevi già visto durante il colloquio (ma te ne ricordi solo metà) che sono gentilissimi e ti fanno vedere dove lavorerai, poi il tuo capo ti porta al tuo ufficio (O mio Dio!!! Una scrivania con un computer per me!!!!) dove ci sono una pila di fogli in tedesco che, ti viene detto, sono il tuo contratto di lavoro. Firmali, portali all'università... hai firmato cose senza sapere che c'era scritto? Non ti preoccupare, succederà ancora! :)
Tutto questo si svolgerà in inglese, ma, come se non fosse abbastanza difficile, la lingua locale ogni tanto spunterà fuori!
E in questo turbinio di cose finisce il primo giorno, dove sei stato sballottato a destra e a sinistra, non ci hai capito molto, ma la sera torni a casa sentendoti un eroe!! Ce l'ho fatta! Sapevo che avrei potuto farcela!!
E per festeggiare ti concedi una lauta cena.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Nel mio caso (e forse è anche il caso di qualcun altro) non avevo ancora casa quando sono arrivato e così per un periodo di tempo sono stato ospite di una struttura tipo collegio, dove non c'era la possibilità di cucinare.. però la cena me la sono concessa fuori il primo giorno! Pizza!! In quella che ora è la pizzeria da asporto a cui ci rivolgiamo abitualmente :)
Senza mentire, penso che sia utile sapere che il primo periodo presenta numerose difficoltà.
La lingua alla fine non è un problema, o meglio, l'inglese non è un problema! Per il tedesco ancora dopo un anno ho parecchie difficoltà! E tutti i documenti che arrivano sono in tedesco.
Ho scoperto che la burocrazia tedesca è lunga addirittura più di quella italiana!!!
Il problema principale per me è stato trovare casa!
In genere la scelta per uno studente di dottorato ricade su una casa condivisa (WG in tedesco - si legge ve-ghe), per 2 motivi:
- i soldi!! Una casa da solo (anche se un monolocale) costa veramente troppo.
- la compagnia: alla fine si sta meglio se tornando a casa si può chiacchierare con qualcuno (si impara anche più rapidamente la lingua!).
Comunque qui a Konstanz la situazione case è particolarmente difficile! Sarà perchè è una bella città, con un'università di qualità (parliamone un po' bene!), sarà anche perchè è piccola e quindi non offre molte case, ma il risultato è che a me ci sono voluti 3 MESI per trovare una casa! E di questi 3 mesi, uno l'ho passato in ostello!!
L'ostello di konstanz è una bellissima struttura, una torre di 8 piani... senza ascensore!!! http://konstanz.jugendherberge-bw.de/
Considerato che sarei rimasto senza casa dal 1 aprile, ma l'ho saputo solo il 27-28 marzo.. all'ostello ho trovato posto ma ho dovuto cambiare camera ogni 3 giorni circa!!
Quello è stato sicuramente il periodo più faticoso!
Ma come si dice in Italia: QUELLO CHE NON AMMAZZA INGRASSA :)
Quello è stato sicuramente il periodo più faticoso!
Ma come si dice in Italia: QUELLO CHE NON AMMAZZA INGRASSA :)
Ciao! Ho trovato per caso il tuo blog, proprio mentre cercavo informazione ed esperienze di chi aveva fatto prima di me ciò che vorrei fare dopo la laurea: un dottorato all'estero, in Germania in particolare. Mi affascina questo paese e so che ci sono buone possibilità nel campo della ricerca. Complimenti per il blog!:)
RispondiEliminaCaterina
Grazie!
RispondiEliminaSi, la Germania è un paese che merita di essere considerato per un dottorato all'estero! E trovare una posizione è possibile!
Molte persone, però, mi dicono che se non hai un supporto dall'Italia, ad esempio un professore che ti aiuti, non riesci a trovare un dottorato all'estero. Tu cosa ne pensi? Da quello che mi sembra di capire, tu ti sei autocandidato, senza l'aiuto di nessun professore italiano...
RispondiEliminaCaterina.
Io sono andato via nonostante in Italia non abbiano mosso un dito per aiutarmi nell'università. Non è vero che serve un professore che ti appoggia. L'unica cosa è che il professore con cui fai la tesi deve scriverti una lettera di referenze.
RispondiEliminaah ok ho capito...grazie mille! Questo mi consola molto!:) Perchè molte persone mi stavano scoraggiando in merito, e molti mi guardano come se avessi deciso di fare chissà quale impresa impossibile. Non dico che sia semplice, ma non penso sia impossibile.
RispondiEliminaCaterina.
Guarda, ti dico che nel periodo in cui stavo decidendo di andare via continuavo anche ad andare in lab e le persone mi remavano tutte contro cercando di scoraggiarmi con frasi tipo "non sai dove vai a finire, chissà come sarà il tuo capo, ...".
EliminaPreparati a sentire commenti simili. Se tornassi indietro valuterei bene se stare in lab fino alla partenza (come ho fatto) o se magari usare un po'di tempo per fare un corso approfondito di lingua, per esempio.
Comunque alla fine anche nell'università italiana non sono tutti dei mostri, capiscono che è necessario andare via e quindi in fondo in fondo non ti ostacoleranno.
Anche a me è successo così; addirittura nel mio laboratorio per non farmi partire, mi hanno scritto una lettera negativa. Gentaccia!
EliminaCerto, ci sono state anche persone che hanno condiviso il mio pensiero e il mio progetto...mi devo solo fare forza a parlare alla prof in laboratorio!:D Ascolta un'aultima cosa, ma io ho letto più volte che per fare domanda di Phd devi anche presentare un progetto di ricerca. Però io sinceramente non saprei da che parte iniziare, idee ne ho ma, non so...
RispondiEliminaNo, no, per un dottorato non è richiesto che uno si presenti con un progetto. Addirittura neanche tutti i post-doc devono proporre un progetto!
RispondiEliminaSe hai già delle idee sui lab in cui vuoi andare ti conviene vedere le home pages e le ricerche che hanno in corso, leggerti qualche articolo sull'argomento, in modo che vedi se gli argomenti ti piacciono o no, perchè il tuo progetto avrà un tema che rientra nell'area di specializzazione del lab in cui vai. Ma sarà il tuo futuro capo a proporti i progetti liberi in corso e te potrai scegliere :)
Ah ok,devo aver capito male io allora leggendo. Meno male, sinceramente mi sembrava una cosa strana che dovessi presentare un progetto. Grazie mille davvero dei tuoi consigli!:) Sei stato molto gentile.
RispondiEliminaCaterina.
ciao, anche io sono capitato nel tuo blog per caso e mi ha affascinato molto il tuo racconto, cmq io so che alcune università ti chiedeno un progetto di ricerca e per alcune application è una parte molto importante. Dipende dall'università e da come organizzano le selezioni ;)
RispondiEliminaio mi dovrei laureare entro marzo 2015 in biologia, e sto facendo la tesi in biochimica, ma come vedi già penso al phd e dove poterlo fare, forse penso troppo in fretta, ma sembra molto affascinante stimolante e coinvolgente poter lavorare in un ambiente internazione, sia per aprirti la mente in campo scientifico sia nella tua vita privata.
Grazie mille per la condivisione della tua esperienza.
Ciao, wow che storia entusiasmante, spero di poterne scrivere una simile anchio fra qualche anno, anche io vorrei tantissimo proseguire gli studi in Germania e per l'occasione stavo pensando di provare a partire per il progetto erasmus proprio li. Comunque ne approfitto per farti una domanda anchio, ma per poter sostenere l'esame di ammissione al PhD è richiesto qualche particolare certificato di inglese?
RispondiEliminaCiao Francesco,
RispondiEliminala tua storia mi piace molto. Anche io, come te, vorrei andare a fare un dottorato in Germania. In questi giorni ho iniziato a fare qualche domanda alle proposte di PhD che trovo su narurejobs. Poichè mi sono laureata in un campo simile al tuo (Biotecnologie vegetali) mi piacerebbe chiederti quali domande ti hanno fatto all'intervista telefonica e al colloquio. Inoltre: come era il tuo inglese?
Perchè sinceramente penso che sia la cosa che più mi preoccupa, visto che anche io ho sempre fatto tutte le presentazioni e le lezioni in italiano....
Ciao Francesco,
RispondiEliminaho trovato il tuo blog googlando "phd in germania".
Grazie, con la tua storia mi sei stato di aiuto e di ispirazione.
Non so dove tu sia e cosa tu stia facendo ora (forse stai concludendo il dottorato).
Io mi trovo a Tübingen da 3 settimane. Ho deciso di partecipare al progetto Erasmus e fare la tesi in un lab. Ed è così diverso dall'Italia.
Mi piace così tanto qui che l'idea di dover lasciare questo posto a settembre non mi piace. Per cui sto valutando l'idea di fare un dottorato, cosa che avevo sempre escluso prima, vedendo cosa voleva dire fare un dottorato in Italia.
Ma ora sto cambiando idea.
Insomma mi dico, ci sto così bene qua, perché dovrei andarmene?
Quindi secondo te per il mio prof (supervisore) è possibile tenermi qui dopo la laurea? È fattibile, facile come cosa da fare? O invece devo per forza partecipare a un concorso?
Ciaoo posso chiederti quanto viene pagato un dottorato in Germania? Leggendo il tuo blog ho scoperto naturejob e ho iniziato a inviare le candidature...mi stanno già fissando i primi colloqui :)
RispondiEliminaCiao vorrei fare uno stage di design in Germania puoi darmi dei contatti? Luanart@sapo.pt
RispondiEliminaCiao Francesco,
RispondiEliminaPure io come tanti ti ho trovato per caso, idee ben confuse alla mano.
Mi sono laureata da poco in ctf e sto per concludere la mia prima esperienza lavorativa in azienda.
La ricerca mi ha sempre affascinato anche se purtroppo non ho mai avuto occasione di svilupparla - ebbene si anche fare la tesi è stato tutto un remare contro i professori riuscendo a far ben poco di tutto quello che avevo in mente - pertanto stavo iniziando a pensare a un dottorato.
Secondo te vale effettivamente la pena farlo per un futuro poi lavorativo, magari in aziende farmaceutiche?
Grazie.
Ciao. Volevo chiederti un informazione. È possibile far domanda per un Phd anche senza lettere di referenze?purtroppo il prof della tesi non è poi molto disponibile a scriverne una.
RispondiEliminaMi sono rivisto molto in questo racconto. Dopo dodici tentativi in università italiane, ho provato ad essere ammesso a un corso di dottorato in Germania: sono stato preso al primo tentativo. Poi ho partecipato a un concorso per una borsa di studio: ho vinto al primo tentativo.
RispondiEliminaA settembre iniziarò il dottorato in scienze politiche a Dresda e non potrei essere più felice di così!