Premessa: a Pisa nel mio corso di laurea erano richieste piu' di 1200 ore di laboratorio per poter scrivere la tesi e, come i biologi sanno, le ore in lab diventano sempre mooolte piu' del previsto.
Per laurearmi in pari (e col massimo) ho veramente fatto i salti mortali. Finiti gli esami avevo pensato di fare un tirocinio che mi promettesse qualche sbocco in Italia al di fuori dell'universita' perche' da quello che avevo visto durante il mio tirocinio di tesi triennale (bachelor, in linguaggio internazionale) il mondo universitario e della ricerca non faceva per me.
Ecco che inizio il mio tirocinio e mi viene proposto di andare un mese in Olanda. Chiaramente poi non ci vado grazie alla stupenda organizzazione che era dietro a questo progetto, però intanto mi si e' infilata la pulce nell'orecchio. Il colpo di grazia mi arriva quando dopo mesi di accanito stress alla mia prof riesco a farmi spedire a spese mie (però! Sono un mito!) in Grecia ad un corso di una settimana per studenti di dottorato. E' deciso! Voglio fare un dottorato!
Ecco che la mia prof, contenta di come lavoravo, mi inizia a promettere un posto (cosa che in Italia non e' nei suoi poteri, ma questo richiede un post a parte).
A luglio mi laureo, faccio delle megavacanze ( interrail in Germania) e a settembre torno a Pisa, dove mi viene detto che per il dottorato non c'e' possibilita', ma se voglio posso restare in lab per un tirocinio post-laurea. "NON DEVI PAGARE NULLA" mi viene detto. "E magari... chissa'... bisogna avere pazienza, ma tra 6 mesi forse.. una borsina di studio.."
Cioe', per stare 8 ore al giorno in lab a lavorare "non devo pagare nulla"?!?!?
In questa frase c'e' qualcosa di assurdo che pero' in Italia e' uso comune: il pensiero che te devi ringraziare chi ti fa lavorare, anche se ti sfrutta ingiustamente.
Nelle facolta' di biologia (nelle altre non ho esperienza diretta, quindi non ne parlo) ogni prof ha un suo "assistente" che e' uno che si e' ritrovato come me dopo la laurea con una mezza promessa e l'idea che un giorno la cattedra sarebbe stats sua ed ha accettato l'offerta.
Fingiamo di leggere un libro-game: scegli di restare nel lab dove hai fatto la tesi, per ora non pagato, ma con una vaga possibilita' di avere una borsa di studio?
SE LA RISPOSTA E' SI, LEGGI QUA:
continui il tuo lavoro per alcuni mesi gratis in lab.. e' come essere sempre all' universiita'. Finalmente arriva una borsa di studio per qualche mese. "Me la merito! Ora andra' tutto bene" assapori un po' di indipendenza economica dai genitori. Poi pero' torni di nuovo digiuno, ma ormai che fai? Lasci? Tra tesi e post laurea sono gia' 2 anni che in pratica dirigi quel lab, sicuramente tra poco ti stabilizzerai. Ed ecco che arriva un contrattino, ma dopo 6 mesi e' la solita storia. Solo che adesso c'e' il tuo lavoro degli ultimi 3 anni in gioco, ora hai investito un sacco in questa folle impresa, aspetti, anche se dovrai stare qualche mese senza stipendio...
E cosi' via, fino a che non sei totalmente in trappola. E mentre I tuoi colleghi all'estero hanno fatto PhD e post-doc, te hai lavorato quanto loro, ma non hai nessun titolo. Ora andare all'estero per te non e' piu' possibile per vari motivi:
1- nessuno ti assume per un dottorato in materie scientifiche dopo i 35 anni, e magari il post doc non puoi farlo perche' non hai il dottorato.
2- magari adesso hai famiglia, anche se sei sempre senza soldi.
A questo punto il prof che ti ha tenuto sotto la sua "ala protettrice" si sente in dovere di sistemarti perche' comunque vede il tuo sacrificio (alla fine parlo di brave persone) e cosi' se deve scegliere tra far fare il dottorato a un ragazzino di 23 anni appena laureato o a te che sei in quel lab da 10 anni, e' quasi obbligato a scegliere te, mandando via il "ragazzino" che avrebbe l'eta' giusta per un dottorato.
Ecco che con la tua scelta, non solo ti sei precluso un possibile arricchimento di carriera, ma hai anche involontariamente contribuito a perpetuare questo meccanismo malato che distrugge le università pubbliche e, ancora più importante, attenta alle vite di chi ci resta intrappolato.
Ecco perchè le università italiane adesso si reggono sul lavoro volontario! (sono stato esagerato? Ai posteri l'ardua sentenza).
SE RISPONDI NO ALLA DOMANDA:
Da qualche parte nel tuo computer c'era gia' il tuo curriculum in inglese, lo riprendi e lo invii ai primi 10 posti liberi che trovi su naturejobs. "Tanto mica rispondono davvero" pensi. E invece il giorno dopo hai gia' 10 risposte.
Allora ci pensi davvero, ne parli coi tuoi amici, ma non dici niente nel tuo lab perche' sicuramente ti ostacolerebbero. E decidi cosi' di cercare davvero un progetto che ti piace, fare domanda ed aspettare.
Ti richiamano. All'intervista telefonica sei piaciuto! Ti vogliono di persona per un colloquio! Non solo! Ti pagano viaggio e albergo! Ti senti anche importante! Ora devi dirlo al tuo prof di Pisa.. tanto piu' che tirare qualche urlo perche' lo "tradisci", cosa puo' fare?
Parti, fai un viaggio lungo pensando che quello potrebbe essere il prossimo posto in cui vivrai.
Fai la tua presentazione in inglese (oddio! All'universita' non ho mai dovuto fare presentazioni in inglese) davanti ai tuoi - forse - futuri colleghi.
"Ti piacerebbe lavorare qui?" Ti viene chiesto.
Il giorno dopo via di corsa per un altro colloquio. Di nuovo tutto in inglese, di nuovo ti chiedono cosa ne pensi, ti portano a cena fuori a spese loro, ti corteggiano in ogni modo!
Intorno a te per strada poi parlano in tedesco! Non capisci una parola e la cosa e' stancante. "Posso farcela a vivere in un posto dove non capisco la lingua?" Ti chiedi, anche se in realta' hai gia' deciso.
E quando torni a casa trovi nell'email 2 conferme! In tutti e due i posti dove hai fatto il colloquio sei stato preso! Devi addirittura scegliere!!!
Ed ecco che PARTI.
Questa seconda storia non arriva a raccontare cosa farai a 35 anni come la prima, perche' e' ancora in corso.
E questo libro-game e' stato il processo della mia scelta.
Per laurearmi in pari (e col massimo) ho veramente fatto i salti mortali. Finiti gli esami avevo pensato di fare un tirocinio che mi promettesse qualche sbocco in Italia al di fuori dell'universita' perche' da quello che avevo visto durante il mio tirocinio di tesi triennale (bachelor, in linguaggio internazionale) il mondo universitario e della ricerca non faceva per me.
Ecco che inizio il mio tirocinio e mi viene proposto di andare un mese in Olanda. Chiaramente poi non ci vado grazie alla stupenda organizzazione che era dietro a questo progetto, però intanto mi si e' infilata la pulce nell'orecchio. Il colpo di grazia mi arriva quando dopo mesi di accanito stress alla mia prof riesco a farmi spedire a spese mie (però! Sono un mito!) in Grecia ad un corso di una settimana per studenti di dottorato. E' deciso! Voglio fare un dottorato!
Ecco che la mia prof, contenta di come lavoravo, mi inizia a promettere un posto (cosa che in Italia non e' nei suoi poteri, ma questo richiede un post a parte).
A luglio mi laureo, faccio delle megavacanze ( interrail in Germania) e a settembre torno a Pisa, dove mi viene detto che per il dottorato non c'e' possibilita', ma se voglio posso restare in lab per un tirocinio post-laurea. "NON DEVI PAGARE NULLA" mi viene detto. "E magari... chissa'... bisogna avere pazienza, ma tra 6 mesi forse.. una borsina di studio.."
Cioe', per stare 8 ore al giorno in lab a lavorare "non devo pagare nulla"?!?!?
In questa frase c'e' qualcosa di assurdo che pero' in Italia e' uso comune: il pensiero che te devi ringraziare chi ti fa lavorare, anche se ti sfrutta ingiustamente.
Nelle facolta' di biologia (nelle altre non ho esperienza diretta, quindi non ne parlo) ogni prof ha un suo "assistente" che e' uno che si e' ritrovato come me dopo la laurea con una mezza promessa e l'idea che un giorno la cattedra sarebbe stats sua ed ha accettato l'offerta.
Fingiamo di leggere un libro-game: scegli di restare nel lab dove hai fatto la tesi, per ora non pagato, ma con una vaga possibilita' di avere una borsa di studio?
SE LA RISPOSTA E' SI, LEGGI QUA:
continui il tuo lavoro per alcuni mesi gratis in lab.. e' come essere sempre all' universiita'. Finalmente arriva una borsa di studio per qualche mese. "Me la merito! Ora andra' tutto bene" assapori un po' di indipendenza economica dai genitori. Poi pero' torni di nuovo digiuno, ma ormai che fai? Lasci? Tra tesi e post laurea sono gia' 2 anni che in pratica dirigi quel lab, sicuramente tra poco ti stabilizzerai. Ed ecco che arriva un contrattino, ma dopo 6 mesi e' la solita storia. Solo che adesso c'e' il tuo lavoro degli ultimi 3 anni in gioco, ora hai investito un sacco in questa folle impresa, aspetti, anche se dovrai stare qualche mese senza stipendio...
E cosi' via, fino a che non sei totalmente in trappola. E mentre I tuoi colleghi all'estero hanno fatto PhD e post-doc, te hai lavorato quanto loro, ma non hai nessun titolo. Ora andare all'estero per te non e' piu' possibile per vari motivi:
1- nessuno ti assume per un dottorato in materie scientifiche dopo i 35 anni, e magari il post doc non puoi farlo perche' non hai il dottorato.
2- magari adesso hai famiglia, anche se sei sempre senza soldi.
A questo punto il prof che ti ha tenuto sotto la sua "ala protettrice" si sente in dovere di sistemarti perche' comunque vede il tuo sacrificio (alla fine parlo di brave persone) e cosi' se deve scegliere tra far fare il dottorato a un ragazzino di 23 anni appena laureato o a te che sei in quel lab da 10 anni, e' quasi obbligato a scegliere te, mandando via il "ragazzino" che avrebbe l'eta' giusta per un dottorato.
Ecco che con la tua scelta, non solo ti sei precluso un possibile arricchimento di carriera, ma hai anche involontariamente contribuito a perpetuare questo meccanismo malato che distrugge le università pubbliche e, ancora più importante, attenta alle vite di chi ci resta intrappolato.
Ecco perchè le università italiane adesso si reggono sul lavoro volontario! (sono stato esagerato? Ai posteri l'ardua sentenza).
SE RISPONDI NO ALLA DOMANDA:
Da qualche parte nel tuo computer c'era gia' il tuo curriculum in inglese, lo riprendi e lo invii ai primi 10 posti liberi che trovi su naturejobs. "Tanto mica rispondono davvero" pensi. E invece il giorno dopo hai gia' 10 risposte.
Allora ci pensi davvero, ne parli coi tuoi amici, ma non dici niente nel tuo lab perche' sicuramente ti ostacolerebbero. E decidi cosi' di cercare davvero un progetto che ti piace, fare domanda ed aspettare.
Ti richiamano. All'intervista telefonica sei piaciuto! Ti vogliono di persona per un colloquio! Non solo! Ti pagano viaggio e albergo! Ti senti anche importante! Ora devi dirlo al tuo prof di Pisa.. tanto piu' che tirare qualche urlo perche' lo "tradisci", cosa puo' fare?
Parti, fai un viaggio lungo pensando che quello potrebbe essere il prossimo posto in cui vivrai.
Fai la tua presentazione in inglese (oddio! All'universita' non ho mai dovuto fare presentazioni in inglese) davanti ai tuoi - forse - futuri colleghi.
"Ti piacerebbe lavorare qui?" Ti viene chiesto.
Il giorno dopo via di corsa per un altro colloquio. Di nuovo tutto in inglese, di nuovo ti chiedono cosa ne pensi, ti portano a cena fuori a spese loro, ti corteggiano in ogni modo!
Intorno a te per strada poi parlano in tedesco! Non capisci una parola e la cosa e' stancante. "Posso farcela a vivere in un posto dove non capisco la lingua?" Ti chiedi, anche se in realta' hai gia' deciso.
E quando torni a casa trovi nell'email 2 conferme! In tutti e due i posti dove hai fatto il colloquio sei stato preso! Devi addirittura scegliere!!!
Ed ecco che PARTI.
Questa seconda storia non arriva a raccontare cosa farai a 35 anni come la prima, perche' e' ancora in corso.
E questo libro-game e' stato il processo della mia scelta.
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