Cosa dire in breve a chi pensa di fare un'esperienza di dottorato all'estero? FATELO!
Ok, detto così è chiaramente riduttivo, ma proverò ad approfondire questa risposta iniziando col raccontare la scelta di partire, la partenza e lo shock iniziale, e, finalmente, l'adattamento :)

Ecco le storie di un PhD in biologia che ha deciso di scappare dall'Italia, alla volta della Germania!

giovedì 13 settembre 2018

Le ruote in cantina: è la strada di chi parte!

Rieccomi! Quanto tempo da quando ho scritto questi post, quanta acqua è passata sotto i ponti. Mi sono per un po' scordato dell'esistenza di queste pagine, poi Google mi ha mandato un reminder e così sono tornato con l'idea di cancellarle. Dopo aver cliccato sul link mi sono messo a rileggere quello che avevo scritto ed mi sono rivisto, giovane dottorando che cominciava la sua esperienza nel mondo della scienza, con le difficoltà di vivere all'estero tipo dover usare l'apostrofo invece dell'accento perché sulla tastiera svizzero/tedesca non tutte le vocali potevano essere accentate.

Ed ho pensato che mi fa piacere lasciare nel web questi piccoli racconti, ma serve una degna conclusione, altrimenti tutto perde di significato!
Per farla breve, mi sono finalmente dottorato qualche anno fa. Esperienza magnifica e ricca di stimoli, oltre che di pubblicazioni. Una faticaccia, ma quando fai quello che ti piace senti meno peso sulle spalle.
E così ho continuato sulla strada della ricerca con un post-dottorato, nuovo trasloco, nuovo paese, nuova lingua.

Voglio lasciare un ultimo racconto simpatico della mia esperienza di dottorato: Il mio trasloco internazionale sarebbe avvenuto circa un mese dopo la fine del mio dottorato. Non avevo ancora trovato casa nel mio futuro paese, ma è normale così, nel dottorato ci si abitua a non stressarsi troppo per queste inezie :)
Per di più il giorno dopo la discussione sarei partito per due settimane di vacanza! Diciamo che non mi restava molto tempo per svuotare la casa di tutte quelle cose che nel corso degli anni i miei coinquilini ed io avevamo accumulato in cantina.. per esempio 4 ruote con cerchi in lega di una Volvo V60. Come quelle ruote fossero finite lì nessuno lo sapeva. In genere, macchine che possono camminare su ruote così grandi non sono alla portata degli studenti universitari e noi non facevamo eccezione. Essendo però poveri, siamo stati folgorati da una brillantissima idea: vendiamo le ruote usate, ci facciamo 200€ e dividiamo il malloppo! Avere un dottorato aguzza l'ingegno, come vedete!

Sulla scia di questa idea geniale, posto l'annuncio su un sito di pneumatici usati e me ne scordo. Il giorno del mio esame di dottorato, finita la discussione (più di due ore di domande a raffica, dove ho finito per interrogare la mia esaminatrice sulle sue ultime ricerche perché ero curioso) trovo una chiamata sul cellulare. Ancora col bicchiere di champagne in mano richiamo, pensando che fosse qualcuno che voleva congratularsi con me. Ed invece, sorpresa, era un acquirente per le ruote! Non potevo perdere l'occasione! Finisco di brindare e sgattaiolo via dicendo che sarei ritornato a breve. Corro a casa, porto su le ruote sporcandomi all'inverosimile ed intasco il malloppo! Poi come se nulla fosse, torno alla mia festa ancora con le mani nere. Credo che col dottorato si acquisti il potere di allargare il tempo per fare più cose nella stessa giornata (non vi preoccupate, tanto non basta mai lo stesso)!

Tornando al presente, adesso ho il cervello in panne e non posso più pensare una frase intera in italiano senza che affiorino parole in altre lingue a caso. In più ogni tanto mi scordo come si coniugano i verbi nella mia lingua natia, ma va bene così perché faccio un lavoro fantastico che mi permette di conoscere realtà sempre nuove e persone straordinarie. Insomma, la vita del ricercatore non è banale e non si corre di certo il rischio di annoiarsi!
Per fortuna, dopo l'esperienza magnifica col mio supervisor di dottorato, sono riuscito a replicare nel post-doc dove ho trovato un altro capo caratterialmente molto diverso, ma professionalmente altrettanto eccezionale. Sicuramente ho avuto fortuna ma, come si dice, la fortuna premia gli audaci!

Per concludere, il dottorato, quello fatto bene, è un'esperienza che ti arricchisce moltissimo. Oltre alla biologia mi sono appassionato alla linguistica, ho gestito conferenze, scoperto culture diverse, ... insomma, come ho scritto nella mia tesi, è la strada di chi parte e di chi arriva per partire!


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Adesso è il momento di fare altro. Se siete curiosi di scienza, ecco qui un altro blog che spero vi piacerà: https://scienziatimatti.wordpress.com/

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