Cosa dire in breve a chi pensa di fare un'esperienza di dottorato all'estero? FATELO!
Ok, detto così è chiaramente riduttivo, ma proverò ad approfondire questa risposta iniziando col raccontare la scelta di partire, la partenza e lo shock iniziale, e, finalmente, l'adattamento :)

Ecco le storie di un PhD in biologia che ha deciso di scappare dall'Italia, alla volta della Germania!

lunedì 2 luglio 2012

Cosa fare per salvare l'università italiana

Cosa non va nell'università italiana? Probabilmente, di tutto il sistema scolastico, è proprio l'università la parte peggiore.
Il problema non sono le tasse troppo alte perchè se è vero che in certi paesi sono pressoché assenti (per esempio in Germania ed in Austria), ci sono anche paesi dove la tassazione è astronomica se paragonata alla nostra (la Gran Bretagna, l'India, gli USA). Nei 5 anni che sono stato iscritto all'universita' italiana ho sempre chiesto la riduzione sulle tasse e l'ho sempre ottenuta (lo sapete che le riduzioni ci sono anche per persone medie, non povere, ma solo il 50% degli aventi diritto le richiede?).
Non è la scarsa qualità dell'istruzione, perché anzi la qualità dell'insegnamento è molto alta. Dopo aver fatto da supervisor a due studenti tedeschi posso fare un paragone con l'università tedesca, che a differenza di quella italiana attrae molti "cervelli" dall'estero. L'università italiana da una preparazione molto più vasta. Per esempio un biologo italiano conosce un po' di botanica, un po' di zoologia e un po' di biologia molecolare, poi si specializza in particolare su uno dei diversi ambiti, mentre in Germania ogni ambito rappresenta una diversa laurea,percio' ci puo' essere un biologo che non conosce niente di animali, ma sa tutto di DNA e simili.
Personalmente preferisco il sistema italiano perchè penso che la specializzazione vera e propria si ottenga col PhD, mentre prima è bene coniscere un po' di tutti, per addentrarsi piano piano nel particolare. Ogni cosa se ci si investe il giusto tempo diventa interessante. Per questo penso che non sia bene avere una visione troppo ristretta di un soggetto.
D'altra parte è vero che concentrarsi su un solo aspetto permette di avere una conoscenza più grande su quell'argomento. Per esempio i tedeschi sanno già quando entrano in lab la prima volta le quantità delle varie sostanze da aggiungere in un buffer, mentre gli italiani sanno magari a cosa serve una sostanza, ma non hanno idea delle dosi.
In sintesi estrema direi: la nostra conoscenza e' molto piu' teorica e portata al ragionamento, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano.

Il vero problema dell'universita' italiana inizia con la ricerca.
In Italia abbiamo il ministero dell'università e della ricerca, ma si tende a pensare a ricerca ed istruzione come a due campi totalmente disgiunti; in genere tra i due, l'istruzione è conosciuta, mentre la ricerca è avvolta da un alone di mistero. Questi 2 mondi sono interconnessi ed in genere coesistono. Un dottorato è ricerca, ma anche scuola. Io sono studente, faccio parte di una scuola di dottorato.
Il post-doc è sotto la supervisione di un vero e proprio scienziato, quindi, anche se non si è più studenti, si sta ancora imparando come si fa ricerca.

Non sai cos'è un post-doc? Forse è proprio vero che la ricerca non e' conosciuta in Italia! :)
Potrei anche usare un'altra parola: non considerata.
Questo su tutti i livelli, anche quando si parla di fondi, che sono necessari per fare ricerca.
Ma dov'è il problema?

 Non si puo' insegnare e basta e lasciar perdere la ricerca, che non ci farà certo arricchire?

No, non si può! L'università non è come le scuole superiori; all'università bisogna insegnare le cose appena scoperte, altrimenti l'insegnamento non è buono. Sennò è come rifare le superiori.
E chi puo' insegnare ciò che si sta scoprendo meglio degli scopritori stessi?

Senza finanziare la ricerca, l'università andrà in rovina.

Questo lo si vede adesso principalmente nelle facoltà scientifiche come appunto biologia, dove i neolaureati che sarebbero pronti a cimemtarsi nell'imparare la ricerca si vedono quasi obbligati ad espatriare.

Ognino dovrebbe combattere questo malfunzionamento.

Cosa puo' fare ognuno in concreto:
- I ricercatori italiani dovrebbero smettere di fare tutto ciò per cui non vengono esplicitamente pagati. L'università crollerebbe in una settimana.
- gli studenti neolaureati hanno il compito più infausto e più importante: dovrebbero andare all'estero ad imparare la ricerca, per poter un giorno tornare, una volta che sono stati formati. Se qualcuno se lo sta chiedendo.. no! In Italia, almeno per il mio settore, la biologia, NON CI SI PUO' FORMARE ADEGUATAMENTE PER FARE RICERCA. E' NECESSARIO ANDARSENE!!!
- I futuri studenti devono prepararsi una mente critica e devono diventare in grado di valutare l'insegnamento che gli viene proposto. Se non e' di qualita' devono cervarsi attivita' extra. Un erasmus non e' male.
- I professori dovrebbero essere estremamente selettivi negli esami. Magari potrebbero farli in inglese.
          - sempre i professori dovrebbero spingere i loro coloaboratori a partecipare a conferenze internazionali
          - dirigere i lab in inglese (se nello studio e' necessario "solo" al 99%, in lab l'inglese diventa indispensabile tanto da tagliare fuori dalla ricerca mondiale chi non lo usa)
- ognuno dovrebbe devolvere il 5 per mille a quelle poche associazioni italiane che fanno ricerca (telethon, per esempio).
- I nostri rappresentanti al governo:  dovrebbero prevedere nel lungo termine di disporre soldi per riequipaggiare I laboratori, in modo da renderli attrattivi per chi tornerà dall'estero.

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