Cosa dire in breve a chi pensa di fare un'esperienza di dottorato all'estero? FATELO!
Ok, detto così è chiaramente riduttivo, ma proverò ad approfondire questa risposta iniziando col raccontare la scelta di partire, la partenza e lo shock iniziale, e, finalmente, l'adattamento :)

Ecco le storie di un PhD in biologia che ha deciso di scappare dall'Italia, alla volta della Germania!

sabato 17 marzo 2012

Il poster - Prima conferenza!!!

Ultimi giorni di frenetica preparazione per la conferenza alla quale parteciperemo a fine mese! Nella settimana appena passata ho fatto tutti I giorni le 9 di sera in lab (dalle 9 di mattina), schiavizzando parecchio anche il mio studente! Lui pero' l'ho sempre liberato entro le 7 :)

Oltre a tutti gli esperimenti che dovevo fare io, questa settimana ho provato ad affidare altri esperimenti allo studente (che e' alla sua terza settimana di lab). In piu' ho dovuto preparare il poster per la conferenza!
Cosi' mi sono trovato in situazioni tipo quella di mercoledi', dove io stavo seguendo 2 diverse procedure in parallelo, nel frattempo il mio supervisor mi faceva domande fondamentali del tipo "perche' hai scritto su un post-it giallo e non su uno verde", quando mi arriva lo studente a chiedermi qualcosa ed il mio cervello inizia a fumare per ricordarsi cosa stava facendo lo studente e poter rispondere.
Stranamente comunque il cervello non mi e' esploso, lo studente ha fatto tutti gli esperimenti bene e la settimana e' stata incredibilmente produttiva (eh, grazie! 60 ore di lavoro!).

Martedi' ho chiesto istruzioni su come fare il poster al prof. A Pisa avevo gia' dovuto farne uno, ma adesso la cosa mi sembra ridicola e provero' a spiegare perche'!

Durante l'anno di tirocinio di tesi a Pisa i lavori di noi tesisti sono stati presentati su poster a diverse conferenze (principalmente italiane, quindi poco importanti, ma un paio di queste erano a livello europeo) ed i nostri nomi non sono MAI stati citati. Ci e' stato detto che secondo il regolamento del lab i nomi di studenti non laureati non potevano comparire, e la laurea triennale non contava. Li per li non ci abbiamo dato peso - se e' il regolamento.. - ma a ripensarci adesso mi chiedo che senso possa avere una regola cosi' assurda. Saro' cattivo, ma mi viene da pensare che ci sia la paura di dividere il successo con altri (e me l'hai detto che successo! Un poster non vale quasi niente, e' piu' che altro la soddisfazione personale).
Comunque dopo la tesi sono rimasto alcuni mesi in lab in attesa di partire per la Germania e cosi' finalmente il mio nome e' finito su un poster!

L'ordine con cui vengono firmati i lavori scientifici rappresenta la gerarchia del lab: il primo nome e' di chi ha fatto gli esperimenti, l'ultimo e' del supervisor (il responsabile di tutto il gruppo di ricerca) e in mezzo ci stanno tutti quelli che hanno contribuito al lavoro, anche minimamente.

A Pisa mi e' stato detto: "questo e' il modello con lo sfondo ed I riquadri da riempire. Scegli 5 immagini e metticele".
Dopo aver scelto le immagini tra quelle della mia tesi ho fatto vedere il poster alla prof, che non ha neanche usato lo zoom per vedere le figure e mi ha detto che andava bene.
Quando e' tornata dalla conferenza pero' e' arrivata da me arrabbiatissima dicendomi che il poster era sbagliato: nella parte scritta, secondo lei, dovevo mettere il riferimento ad una figura che invece non avevo inserito. E questo a detta sua aveva reso il poster "incomprensibile e segno di disordine mentale" (testuali parole. Chi la conosce sa che e' una molto esagerata).

A Konstanz martedi' scorso, parlando del poster chiedo il "modello" da riempire e la risposta del mio supervisor mi apre un mondo!
"Non c'e' un modello. Il poster e' la descrizione del tuo lavoro quindi devi farlo tutto te, scegliere i colori, le immagini, l'ordine in cui metterle... l'obiettivo e' creare una cosa che attiri le persone che magari camminano svogliate tra tutti questi lavori. In sostanza il poster deve essere tuo personale, non basta metterci delle immagini, neanche se fatte benissimo."

Inizialmente mi suonava come una cavolata - mica posso perdere tempo a scegliere colori! - ma poi ho iniziato a mettere insieme i vari risultati che ho prodotto e, piano, piano, ho visto la mia storia che prendeva forma. E adesso mi interessano anche le "cavolate" tipo scegliere il colore dello sfondo. Ora e' quasi una settimana che lavoro a quello che e' diventato il MIO poster e domani, domenica, torno in lab per finirlo perche' adesso voglio che sia fantastico!
E' emozionante pensare che quelle figure le ho prodotte io, che sintetizzano il mio lavoro degli ultimi mesi e che presto saranno esposte a scienziati famosi provenienti da tutto il mondo.

Per finire, dato che usero' un dato prodotto dal mio studente, anche se sono solo 3 settimane che e' con me, mettero' anche il suo nome sul poster; l'ho chiesto al prof e ha detto che si puo' mettere il nome anche di chi non ha lauree e non e' contro nessuna convenzione...
Alla faccia dei pisani! I meriti vanno riconosciuti!!!

The wine challenge

>Questo episodio dice molto sul rapporto studenti-professori qui in Germania.

Bisogna immaginarsi che il tutto si svolge in lab nei momenti di vita comune, quindi ogni dialogo e' da intendersi in maniera ironica. Questo e' gia' strano nell' universita' italiana, perche' parlare alla pari con un prof e' una cosa molto rara da noi. E non e' solo perche' ci si da del lei, in Germania c'e' il Sie, che e' la stessa cosa, ma i prof sono molto piu' vicini agli studenti.

Detto questo, iniziamo a raccontare la vicenda:
Il mio supervisor e' un tipo onniscente e spesso e' convinto di essere il custode della verita' universale. Devo dire che nella maggior parte dei casi quello che dice si rivela vero, ma a volte dice cose veramente assurde. Prima di Natale, chiacchierando nelle pause tra un esperimento e l'altro, se ne esce con "nessuno puo' distinguere il vino rosso tedesco da quello italiano". E poi, per dare il tocco di verita' alla sua affermazione continua: "ho letto su pubmed un articolo dove hanno dimostrato che anche I sommelier esperto non distinguono i vini se vengono bendati".
A tale osservazione, condita con tanto di esperimento scientifico (mai ritrovato su pubmed da nessun altro in lab), io rispondo di essere in grado di effettuare tale distinzione e cosi' in un batter d' occhio mi ritrovo coinvolto nella sfida: dopo la pausa natalizia ognuno tornera' con un vino della "sua terra" ed io dovro' distinguere bendato i vari tipi di vino.
La notizia passa da banco a banco, da computer a computer, fino a che in poche ore tutto il lab lo sa!

Dopo le vacanze trovo accanto al mio computer 3 bottiglie di vino alle quali aggiungo il mio rosso toscano.

2 settimane fa decidiamo finalmente di fare questa sfida, cosi' il prof manda una mail a tutto il lab dicendo che all'1 in cucina si terra' la disputa dei vini, evento che tutti attendevano con ansia!

All'1:00 arrivo in cucina dove il prof ha preparato 9 bicchieri di vino (9!? Ma io devo fare esperimenti dopo!). Tutti gli altri sono accorsi per assistere. Accanto a me si mette il capo del lab (svizzero) che dice di voler provare anche lui. E cosi' iniziamo ad assaggiare I bicchieri uno dopo l'altro!

Risultato finale: vini tedesco-svizzeri individuati al primo sorso, vino italiano e francese riconosciuti come due cose diverse da me (ma non dal capo svizzero), ma non sono riuscito a dire quale dei due fosse quello italiano!

Dato che la sfida si e' risolta con una vittoria quasi totale da parte mia, il mio supervisor ha dichiarato di poter distiunguere da bendato coca cola e pepsi! Chissa' che non diventi la prossima sfida ;)

Questa, a parere mio, e' la dimostrazione che non occorre essere seri e formali per lavorare bene, anzi un'atmosfera rilassata e' l'ambiente migliore.

lunedì 12 marzo 2012

Bilancio - 1 anno di PhDlife

Utile per valutare se una scelta è stata buona o no è, dopo un certo tempo, fare un bilancio delle cose che tale scelta ha determinato. Io poi, essendo un tipo molto pragmatico, penso che parlare di fatti sia molto più utile che spendere libri a descrivere i massimi sistemi.

E ora direi che dopo un anno posso fare qualche bilancio sul PhD all'estero!
  • se un anno fa non avevo minimamente idea dell'argomento su cui avrei fatto il dottorato, adesso non solo mi oriento nel campo e so progettare esperimenti, ma riesco anche a valutare progetti di altri! A fine febbraio ho presentato un articolo durante il nostro labmeeting (ogni settimana c'è una persona che presenta un articolo e un'altra che presenta i suoi dati agli altri) e tutti (dagli altri PhD, al capo, agli studenti vari) mi hanno fatto i complimenti per la chiarezza con cui avevo esposto l'argomento;
  • supervisor a 2 studenti, uno a dicembre e un altro "mi è arrivato" 15 giorni fa e starà per 3 mesi;
  • primo articolo pubblicato!! E' "solo" una review, una raccolta delle attuali conoscenze su un determinato argomento (molto specifico), ma ha richiesto 3 mesi di lavoro e un sacco di weekend spesi al computer (eh, il lavoro era in più alla normale attività di laboratorio)! Dopo decine di scambi della bozza tra me e il professore, sono finalmente arrivato ad una versione che lo soddisfacesse al punto che riconosco ogni parola scritta in questo articolo! Chi ha mai provato a fare una cosa simile sa che in genere i supervisor tendono a cambiare tantissimo i testi. Spesso (l'ho visto sui lavori di vari colleghi) il testo viene così tanto cambiato dal supervisor (o, come si dice in gergo, P.I.) che non sembra più neanche quello di partenza. Quindi essere riuscito ad avere un articolo scritto come lo volevo io è un successone; 

  • sto imparando il tedesco! Ho fatto il corso per il livello A1 e adesso mi sono scaricato un ebook (Sunset di Stephen King) in tedesco e me lo leggo piano piano (moooolto piano..). Obiettivo per i 3 anni di dottorato: arrivare al livello B1!
  • ho dimostrato (da buono scout) di sapermi destreggiare in tutte (o quasi) le situazioni: ho firmato il contratto di affitto di una casa, mi sono destreggiato con la burocrazia tedesca per tasse, contributi della pensione, assicurazioni sanitarie, ecc ecc! Sembra una cavolata da dire, ma è una botta di autostima incredibile!! E l'autostima rende più sicuri in molte altre situazioni!
Cosa farò a breve:
  • presentazione di un poster ad una conferenza!! Sul poster ci sarà solo il mio nome! Ed è una conferenza piuttosto importante! Sarà un tour de force di 5 giorni in un paesino sperduto della Polonia; sono previste sessioni poster tutte le sere dalle 9:30 in poi! Da quello che ho capito io sarò davanti al mio poster e la gente arriverà, leggerà il mio lavoro e mi farà domande, probabilmente dandomi anche diversi spunti. Suona tanto come una sfida perchè vedrò finalmente come i mega scienziati valutano il mio lavoro ed il mio progetto. E poi una conferenza è anche una scusa per viaggiare, altra mia grande passione! In sostanza non vedo l'ora!!!

Cosa ne pensate? Beh, io sono soddisfatto di me! 

domenica 4 marzo 2012

Italiani worldwide!

Recentemente coi miei coinquilini italiani ragionavo della nazionalità italiana. E' incredibile come gli italiani che vanno all'estero rivalutino tantissimo questa nazionalità! In Italia avevo sentito sempre e soltanto lamenti e critiche sul fatto di essere italiano, ed effettivamente sono critiche giustificate: non c'è la cultura della legalità, chi può evade le tasse, nessuno parla inglese, c'era (finalmente al passato!) un presidente del consiglio criminale, c'è un cretino che benedice l'acqua del "dio Po' " e crede di essere un politico, ... e si potrebbe continuare all'infinito.

Però noi italiani siamo un popolo unico al mondo, con un forte spirito che ci contraddistingue da tutti gli altri. 

Con i miei coinquilini la conversazione è nata perchè qui a Konstanz si sente parlare spesso italiano nei negozi o per la strada. E così a battuta ci siamo detti: "posso capire i cinesi che sono tanti e sono dappertutto, ma gli italiani vengono da un pezzetto di mondo che non si vede neanche sulle cartine, eppure sono ovunque come i cinesi!". 

Ed effettivamente è così! In tutto il mondo gli italiani si distinguono. A New York c'è China-Town e Little Italy! Ovunque si va si trova il ristorante italiano! All'estero "fa figo" usare parole italiane! E vengono usate veramente per tutto! Non ho mai conosciuto nessuno che non sapesse individuare l'Italia sulla cartina. 
Non è una cosa poi così scontata.

Aveva ragione Benigni già nel '95! 
"che bellezza essere italiano! .. " :)

Nonostante esistano un sacco di aspetti negativi degli italiani, all'estero siamo positivamente famosi!