Ho appena visto il documentario sull'Italia di Luca Ragazzi e Gustav Hofer:
http://tv.wired.it/entertainment/2012/05/09/emigrare-o-resistere-scoprilo-nel-documentario-italy-love-it-or-leave-it.html?utm_source=facebook&utm_medium=marketing&utm_content=
Devo dire che è molto ben fatto e fa riflettere già dal titolo: "Italia: love it or leave it".
I protagonisti devono decidere se emigrare a Berlino o se restare a vivere in Italia, così per decidere intraprendono un viaggio attraverso tutta la nazione.
Per tutta la durata del film, i due registi mostrano solo cose orrende dell'Italia: Berlusconi, i vecchietti e gli ignoranti che lo sostengono, gli scempi edilizi del sud, la mafia, ...
Come dice uno dei due protagonisti, la scelta più razionale è emigrare; in Italia ci sono troppe cose orrende, non c'è più senso civico, siamo sommersi di scandali, si buttano via soldi pubblici, ...
Ma alla fine entrambi si convincono a restare.
Il monaco intervistato alla fine riesce a spiegare con una frase il perché di questa scelta:
"fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce".
In Italia (e un po' in tutto il mondo) si è buoni solo a lamentarsi, perciò le cose negative vengono amplificate a dismisura. In realtà ci sono un sacco di cose positive che crescono in Italia.
Ciò che ho trovato particolarmente interessante di questo documentario è che, probabilmente per dare maggior peso a questa osservazione, vengono mostrate solo cose negative, quasi per stimolare l'indignazione degli spettatori, e tutto ciò che è positivo viene lasciato a chi guarda.
In un certo senso direi che durante questa ora in realtà si vedono 2 documentari: quello che proietta lo schermo della tele e quello che il cervello ci proietta di rimando, con i lati positivi dell'Italia che ognuno conosce.
Come ho già scritto altre volte, stando all'estero si impara ad apprezzare gli italiani, di lati positivi ne ho visti molti.
Direi che in conclusione di questo post posso scrivere quello che (già da un po' di tempo, non per merito del documentario) ho deciso che sarà il mio obiettivo: dopo il dottorato e dopo il post-doc, tornare in Italia per far fruttare nell'università PUBBLICA l'esperienza acquisita.
Per entrare più nel dettaglio riguardo a questa missione mi servirà un post a sé!
http://tv.wired.it/entertainment/2012/05/09/emigrare-o-resistere-scoprilo-nel-documentario-italy-love-it-or-leave-it.html?utm_source=facebook&utm_medium=marketing&utm_content=
Devo dire che è molto ben fatto e fa riflettere già dal titolo: "Italia: love it or leave it".
I protagonisti devono decidere se emigrare a Berlino o se restare a vivere in Italia, così per decidere intraprendono un viaggio attraverso tutta la nazione.
Per tutta la durata del film, i due registi mostrano solo cose orrende dell'Italia: Berlusconi, i vecchietti e gli ignoranti che lo sostengono, gli scempi edilizi del sud, la mafia, ...
Come dice uno dei due protagonisti, la scelta più razionale è emigrare; in Italia ci sono troppe cose orrende, non c'è più senso civico, siamo sommersi di scandali, si buttano via soldi pubblici, ...
Ma alla fine entrambi si convincono a restare.
Il monaco intervistato alla fine riesce a spiegare con una frase il perché di questa scelta:
"fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce".
In Italia (e un po' in tutto il mondo) si è buoni solo a lamentarsi, perciò le cose negative vengono amplificate a dismisura. In realtà ci sono un sacco di cose positive che crescono in Italia.
Ciò che ho trovato particolarmente interessante di questo documentario è che, probabilmente per dare maggior peso a questa osservazione, vengono mostrate solo cose negative, quasi per stimolare l'indignazione degli spettatori, e tutto ciò che è positivo viene lasciato a chi guarda.
In un certo senso direi che durante questa ora in realtà si vedono 2 documentari: quello che proietta lo schermo della tele e quello che il cervello ci proietta di rimando, con i lati positivi dell'Italia che ognuno conosce.
Come ho già scritto altre volte, stando all'estero si impara ad apprezzare gli italiani, di lati positivi ne ho visti molti.
Direi che in conclusione di questo post posso scrivere quello che (già da un po' di tempo, non per merito del documentario) ho deciso che sarà il mio obiettivo: dopo il dottorato e dopo il post-doc, tornare in Italia per far fruttare nell'università PUBBLICA l'esperienza acquisita.
Per entrare più nel dettaglio riguardo a questa missione mi servirà un post a sé!